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Quando mamma e papà fanno spiare i figli

 

Sempre più genitori si rivolgono agli investigatori

Cosa fanno i giovani fuori casa? Una domanda che si pongono migliaia di famiglie. Che li fanno seguire da una “spia”. Cronaca di una tendenza in crescita costante che rivela, dicono gli esperti, un fallimento educativo.

Italia. «Negli anni Settanta, i genitori facevano i controlli sui pretendenti delle figlie. Da dieci anni hanno cominciato a rivolgersi a noi per controllare i giovanissimi. Ma l’ultimo anno è un autentico boom». Quale tipo di clientela si rivolge ad un investigatore? «Di solito» spiega Pellegrino «di buon livello sociale e culturale. MA purtroppo è un fenomeno sempre più trasversale.»  E le agenzie specializzate, secondo i dati della Camera di commercio sono raddoppiate: è il caso della Lombardia, dove si è registrato +106,9 per cento, e della Campania dove addirittura la crescita degli “007” privati ammonta al 124,4 per cento.

Già ma come agisce un investigatore? «È fondamentale capire se il genitore agisce nell’interesse del ragazzo oppure per ansia personale» dice Alberto Paoletti, titolare di Informark Investigazioni a Firenze e presidente di Federpol Toscana. «Ricordo una madre che lamentava la scarsa comunicazione con la figlia di 20 anni, che era già fuori di casa. La seguimmo: era una giovane come tante, solo ossessionata da una genitrice invadente », dice. «Su mandato firmato dal genitore, cominciamo a operare, Ci facciamo dare una descrizione delle abitudini del figlio, i suoi riferimenti e una foto. E anche i dati degli amici che frequenta più assiduamente. Ma spesso facciamo analizzare gli scritti e i disegni del ragazzo per capire se ha davvero dei problemi. Il dramma più diffuso? L’alcolismo e il consumo di droga per i maschi, una sessualità “esagerata” per le ragazze, che però sono in minoranza rispetto ai maschi problematici. In molti sono anche attratti da sette o gruppi pseudo-religiosi ». E il dottor Paoletti descrive le tecniche del bravo detective. «I miei “agenti” sono giovani. Altrimenti non potrebbero mimetizzarsi. E le donne sono le più brave: riescono a “infiltrarsi” nelle compagnie con naturalezza. La tariffa? Dalle 40 alle 70 euro all’ora. Bisogna seguire il giovane per almeno tre o quattro fine settimana. Alla a fine si produce un dossier con foto e una relazione che viene consegnata a mamma e papà». E a quel scatta il dramma. «Non sempre. A volte il ragazzo vuole solo un po’ di libertà. Come quel ragazzino di Livorno che era scappato da casa: non per drogarsi, ma per andare a lavorare in un villaggio turistico all’Elba». […]

Fino a che punto è lecito infrangere la sfera di intimità del ragazzo? « Ci vuole sempre molta cautela», dice l’avvocato Salvatore Frattalone, consulente giuridico per la privacy di Federpol. « Non tutto è lecito, anche se il limite è molto “fluido”: dipende dal caso». Se il ragazzo h ameno di 18 anni è sotto la potestà genitoriale. «Se L’investigatore privato riceve un mandato firmato dai genitori ha ampio margine di “manovra” », spiega l’avvocato. «Tra i doveri della potestà, infatti, c’è anche la verifica della crescita corretta della prole. La raccolta di informazioni però non deve essere troppo invasiva o sproporzionata. I filmati e le foto possono riprendere solo ciò che è visibile dall’occhio umano (senza dispositivi particolari) e in un luogo pubblico» E se il ragazzo è maggiorenne? «La situazione è delicata perché in teoria il genitore non può più controllarlo. Io faccio distinzione tra chi vive ancora ocn mamma e papà e chi è già fuori casa e quindi dovrebbe essere più libero. Ma se l’erede compie atti che potrebbero mettere in pericolo il patrimonio famigliare o la sua salute, allora il padre può comunque chiedere l’intervento di un detective di seguirlo».

Alessandra Gavazza

1 Settembre 2008