Infedeltà coniugale
Estratto dal libro "Le Investigazioni Private: Guida Operativa" di Alberto Paoletti e G. Luzzi
Dalle ultime statistiche disponibili Istat emerge che nel 2009 le separazioni ed i divorzi hanno subito un incremento rispettivamente del 2,1% e dello 0,2% rispetto all’anno precedente. I due fenomeni sono in costante crescita: se nel 1995 per ogni 1000 matrimoni si registravano 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2009 si è giunti a 297 separazioni e 181 divorzi. I conflitti familiari hanno sempre rappresentato un ambito d’intervento privilegiato dell’investigatore privato. L’aspetto forse meno noto è che, in questi frangenti, l’attività dell’investigatore può costituire un aiuto prezioso, sia nella salvaguardia della famiglia, sia nel fornire a mogli e mariti separati (provati da uno stress forte come quello per il fallimento di un progetto familiare) elementi utili alla tutela dei propri diritti e di quelli dei figli se e quando l’altro non adempia ai propri obblighi.
Le profonde trasformazioni di questi ultimi decenni all’interno della famiglia, il nuovo ruolo della donna, i contrasti per l’affidamento dei figli e per l’assegnazione della casa coniugale in fase di separazione hanno modificato sensibilmente le tipologie di investigazioni familiari. Oggi assistiamo a una sempre maggiore domanda di indagini da parte del partner maschile, che è sempre più spesso la parte più debole della coppia perché costretta a lasciare la casa coniugale, versare un consistente assegno di mantenimento ed avere un rapporto saltuario con i figli. […]
Il detective, soprattutto durante il primo colloquio con il cliente, deve tenere presente la situazione emotiva che il soggetto sta attraversando e assumere un atteggiamento di ascolto e comprensione. Poiché questo impone di entrare nel privato dell’assistito – come coniuge, genitore o comunque congiunto – occorre avere il maggior numero di dettagli riguardo alla vita matrimoniale e al ménage familiare.
Generalmente questo tipo di cliente affronta per la prima volta nella sua vita l’esperienza di rivolgersi a un detective e questo non fa che aumentare l’ansia, l’incertezza, e talvolta anche il senso di colpa. […]
Spesso è accusato dal partner di essere un visionario e il fatto di non poter replicare con prove certe alle accuse lo rende aggressivo e vulnerabile. Questo stato emotivo rende affannoso e confuso il racconto dei fatti e delle circostanze che lo hanno spinto a chiedere aiuto: per questo l’investigatore deve sostenere e guidare il cliente nell’esposizione dei fatti, assumendo essenzialmente il ruolo di psicologo.
Generalmente il cliente dopo il primo colloquio ritrova un po’ di sicurezza e di equilibrio: il fatto di poter delegare le indagini sui comportamenti del partner a una persona o a una struttura esterna qualificata, restituisce al cliente una maggiore forza interiore, autonomia e sicurezza.
Le informazioni raccolte dall’investigatore durante i primi colloqui con il cliente sono mirate ad ottenere i dati identificativi forniti dal mandante sul conto dell’indagato/a:
- Dati personali: foto, descrizione fisica, segni particolari, occhiali, barba, baffi, età effettiva ed apparente, residenza ed eventuali domicili o recapiti, utenze telefoniche fisse e cellulari. La richiesta del numero di cellulare può suscitare curiosità e sospetto nei clienti più smaliziati. Occorre allora spiegare con pazienza che, talvolta, nelle prime fasi del pedinamento si presentano difficoltà nella identificazione immediata del soggetto: se il pedinato si aggira in un luogo pubblico affollato assieme ad altre persone, una chiamata anonima all’indagato consente immediatamente di individuare il target dell’indagine.
- Descrizione abitazione/i: condominio con relativo piano, villa, abitazione isolata in campagna, affaccio delle finestre e visibilità esterna (per evitare l’identificazione di persone o automezzi in sosta per il servizio di appostamento). Va inoltre verificata l’esistenza di parcheggi o garage e se essi siano visibili dall’esterno o se siano accessibili direttamente dall’abitazione o dal condominio. La presenza di passi carrai e la possibilità di sfruttare uscite secondarie a piedi o con automezzi in strade a senso unico o doppio senso rappresenta l’ultimo tassello del detective per avere una descrizione chiara dell’intero complesso abitativo. E’ consigliabile sempre far disegnare al cliente una piantina, seppure approssimativa, della/e località di interesse, così da visualizzare immediatamente la reale situazione in cui si dovrà svolgere l’indagine.
- Attività svolta: indirizzo del luogo di lavoro (con i dettagli di cui sopra).
- Orari: relativi all’uscita e rientro da casa e dal luogo di lavoro.
- Hobbies e interessi: elenco dettagliato delle attività sportive e hobbies praticati, corsi di aggiornamento professionale, partecipazione ad incontri extra-lavorativi, come ad esempio l’impegno in associazioni di vario tipo, in attività culturali o religiose, ecc.
- Mezzi di locomozione utilizzati: targhe, colore, tipo e modello delle autovetture e dei motocicli (marca e colore del casco utilizzato), bus, bicicletta, a piedi; ulteriori automezzi di parenti o amici ecc. utilizzati dall’indagato.
- Abitudini: uscite serali o notturne, improvvisi impegni e viaggi non programmati, assenze estemporanee accompagnate da scuse varie e poco credibili.
- Persone frequentate: indirizzi e dati identificativi di parenti, amici o conoscenti abitualmente frequentati.
Dopo questa delicata fase, dedicata alla raccolta di informazioni, il detective può iniziare le investigazioni.