Debitori non più alla gogna!
In arrivo le nuove tutele privacy per i falliti o per chi ha subito pignoramenti o ipoteche
Il Garante della privacy, nell’intento di tutelare i dati personali di manager, amministratori, azionisti di società di capitali o di persone, ha avviato una consultazione pubblica sullo schema di codice deontologico per le informazioni commerciali.
Il Codice stabilisce le modalità e i limiti nella raccolta dei dati soprattutto da parte delle società di informazioni commerciali, come è possibile approfondire nel seguente articolo di Antonello Cherchi
Privacy: il Garante mette a punto le regole deontologiche. Informazioni commerciali sotto la tutela del Codice
Roma. Arriva il codice deontologico delle società che forniscono servizi di informazione commerciale. Lo ha messo a punto il Garante della Privacy che ora ha sottoposto il testo alla consultazione pubblica, in modo da raccogliere suggerimenti e osservazioni per perfezionare le nuove regole di comportamento e farle poi diventare operative. I rappresentanti delle società che utilizzano informazioni commerciali, le associazioni di consumatori, gli Ordini professionali e altri soggetti interessati possono, entro 40 giorni, inviare le loro proposte e consigli all’indirizzo mail consultazione(dot)infocommerciali(at)gpdp(dot)it.
Il codice era atteso da tempo, ma le novità introdotte dal decreto legge Salva-Italia (Dl 201/2011), che ha sottratto al Garante le competenze sulle persone giuridiche, gli enti e le associazioni, ne avevano rallentato l’iter.
Il testo prende, dunque, in considerazione la tutela dei dati personali riferiti alle persone fisiche. In buona sostanza, si tratta dei manager e degli azionisti delle imprese. Infatti, le nuove regole di comportamento si applicano alle società che elaborano e analizzano informazioni relative alla situazione economica, finanziaria e patrimoniale delle persone che rivestono incarichi all’interno delle imprese o ne risultano azionisti, con l’obiettivo di fornire notizie sulla solidità e solvibilità delle aziende in cui quei manager lavorano.
Il codice traccia un preciso confine di ciò che si deve intendere per “servizio di informazione commerciale”: si tratta del <servizio concernente l’esecuzione, per conto di committenti, di operazioni di raccolta, analisi, valutazione, elaborazione e comunicazione delle informazioni (esclusi i dati sensibili e, in parte, quelli giudiziari, ndr) provenienti da fonti pubbliche, da fonti pubblicamente e generalmente accessibili da chiunque o acquisite direttamente dall’interessato, tali da fornire un valore di conoscenza aggiuntiva a terzi>.
Quali sono le fonti a cui poter attingere tali notizie? I registri pubblici (per esempio, quello delle imprese, i bilanci e gli elenchi dei soci, le visure camerali), gli atti immobiliari, i quotidiani e le testate giornalistiche regolarmente registrate (anche online), gli elenchi telefonici e categorici (anche online).
Nell’acquisire le informazioni, la società deve assicurarsi che siano pertinenti al fine perseguito, sia annotata la fonte di provenienza delle notizie, queste ultime siano aggiornate.
Il codice precisa che i dati personali raccolti possono riguardare sia l’interessato quale soggetto censito, sia altre persone fisiche o comunque soggetti (non necessariamente persone fisiche: per esempio, una società) legati sul piano giuridico ed economico al soggetto censito. E’, per esempio, il caso di un manager (soggetto censito) che ha quote o azioni in una società o che esercita poteri di amministrazione, direzione, gestione e controllo di un’impresa.
FONTE: Il Sole 24 Ore - Sabato 14 Marzo 2015